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House MP


Milano / 2023
collaborators: Giuseppe Maria Genco

art: Nadia Canevaro
photo: Marta D'avenia


 

L’appartamento, situato in una piazza iconica del quartiere di Brera, si trova in un elegante palazzo costruito negli anni ’80 del ‘900.

La struttura ad “L” dell’unità ha permesso di suddividere la pianta in due aree ben definite: la prima, vicino all’ingresso, corrispondente alla zona notte; la seconda, ortogonale, che ospita la zona giorno.

I proprietari avevano espresso l’esigenza di una sola camera da letto, ma di tre posti letto aggiuntivi per ospitare saltuariamente i figli. Partendo da questo punto fermo si è sviluppata l’idea di definire una zona giorno fluida e continua, che all’occorrenza potesse tuttavia trasformarsi.

Ecco quindi che la cucina, spazio fondamentale per i proprietari, diventa un podio rialzato, centrale nella percezione spaziale e nella simbologia del luogo, ritmando il lungo spazio della zona giorno e diventando il cardine tra l’area studio e il salotto vero e proprio. Il mobile panca si allunga dal podio fino al soggiorno, trasformandosi in vano porta oggetti, in piano bar, che di giorno diventa una postazione lavoro, ma soprattutto ospitando al suo interno un letto estraibile che scorre sotto il podio cucina.

Diametralmente opposto al soggiorno, troviamo lo studio che ospita un divano letto con due posti letto aggiuntivi e che può essere reso indipendente grazie ad una porta vetrata scorrevole su misura. Anche quando questa viene chiusa, però, lo spazio rimane visivamente unito ma definito nel suo programma funzionale che ne definisce geometrie e materiali.

La zona notte è stata concepita in maniera opposta a quella giorno: se in questa infatti domina l’idea aperta della piazza, in quella notte gli ambienti sono racchiusi e introversi e la dimensione privata domina. Zona letto, area armadi e bagno padronale si intersecano creando un’unità spaziale complessa in cui le geometrie pure, e i colori corrispondenti, delineano aree funzionali.

Il corridoio diventa il punto di contatto tra le due aree della casa, una soglia immaginaria, che svela tramite un setto inclinato l’una o l’altra zona, in maniera delicata ma creando un effetto di stupore, di piacevole imprevisto: il setto materico del corridoio si trasforma in un nastro che si piega diventando controsoffitto prima e pilastro poi, accompagnandoci in una passeggiata architettonica che svela allitterazioni e piccole rivelazioni, creando unità visiva e delimitando attività.

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